Donazione immobiliare? Ecco cosa si deve sapere prima di accettare.
Uno dei più grandi desideri degli italiani è quello di comprare la casa. La casa rappresenta il riparo sicuro dove vivere con la famiglia, è una sicurezza economica, uno status symbol, ma soprattutto rappresenta il raggiungimento di un grande obiettivo, dell’emancipazione dalla famiglia originaria e l’inizio di una nuova vita. Molti giovani si adoperano per ottenere mutui e realizzare il loro sogno, ma non sempre riescono perché oggi ottenere un mutuo è ancora abbastanza difficile. Ci sono poi alcuni fortunati che ricevono una donazione immobiliare, ma siamo davvero sicuri che sia una fortuna?
Donazione immobiliare, come funziona davvero?
La donazione, come si può facilmente evincere dalla parola, è un “regalo” che viene fatto da qualcuno a qualcun altro, senza alcun ritorno economico, essendo appunto un regalo.
ACCERTATI CHE L’IMMOBILE DONATO NON NASCONDA DIFFORMITÀ, RICHIEDI LA CERTIFICAZIONE
Facciamo un esempio. Può capitare che un vecchio zio ci lasci in donazione una casa, o un parente che, per un motivo qualsiasi, voglia farci questo dono arricchendoci, ma senza volere denaro. Questa è l’essenza del dono. Pur trattandosi di un regalo, però, l’atto di donazione è un vero e proprio contratto, un atto notarile appunto, che viene redatto da un notaio.
Ovviamente tutto questo implica diverse condizioni. Non tutti coloro che ricevono una donazione sanno cosa questo comporti e pensano di essere stati letteralmente baciati dalla fortuna. In realtà ricevere un immobile in donazione ha dei pro e dei contro.
Un’altra caratteristica importante della donazione è che non può essere fatta da tutti. Possono fare atto di donazione solo chi ha la capacità di disporre dei suoi beni. Gli inabilitati, gli interdetti e i minori non possono donare.
Attenzione ai dati e alle planimetrie
Quando si decide di accettare una donazione bisogna controllare che tutto sia a posto. Si può pensare “Cosa c’entra, a caval donato…” Ma nel caso della donazione di un immobile questo famoso detto non ha valore. Infatti il chi dona ha l’obbligo di dichiarare nell’atto che sia i dati concernenti l’immobile che la planimetria depositata al catasto siano conformi allo stato di fatto, quindi alla localizzazione, alla destinazione d’uso e alla configurazione attuale e reale dell’immobile.
Cosa succede in caso contrario? L’atto di donazione è nullo. Inoltre, se la donazione comporta un consumo energetico, si deve allegare allatto anche l’attestato di prestazione energetica, sebbene questo non sia obbligatorio, ma il donatore è comunque tenuto a informare il ricevente dello stato degli impianti dell’edificio donato, non però a garantire che gli stessi siano conformi alla normativa vigente.
Per andare sul sicuro si può richiedere una certificazione immobiliare. In pratica dei professionisti effettuano un sopralluogo nella casa e dopo un accurato check-up e diversi controlli anche al catasto e sulla documentazione dell’immobile, sono in grado di stabilire la situazione reale della casa.
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In questo modo si può ricevere la donazione in tutta tranquillità. Anche il donatore può richiedere una certificazione immobiliare perché molti non sono a conoscenza delle problematiche della loro casa.
La revoca della donazione
Una cosa a cui si deve prestare molta attenzione è la revoca della donazione. L’immobile donato, infatti, può essere revocato.
Un caso tipo è quello di una giovane ragazza a cui viene donata una casa da un parente il quale, però, inizia a chiederle piccoli favori. La ragazza al principio da una mano, fa la spesa, qualche pulizia, ma alla fine, quando gli impegni diventano troppo pressanti, si chiede se possa rifiutarsi senza dover temere di perdere la donazione. Come stanno le cose? La casa può esserle tolta?
No, la revoca si può verificare solamente in 2 casi:
- Se il donatario si mostra ingrato nei confronti del donatore, quindi commettendo nei suoi confronti atti particolarmente gravi;
- Se sono sopravvissuti dei figli del donatore, figli dei quali non era a conoscenza prima dell’atto di donazione.
Tuttavia, nemmeno scampato questo pericolo si può stare tranquilli con un atto di donazione. Infatti ci sono altri “se” e altri “ma”.
La donazione può essere impugnata. Il legislatore la considera, quindi, alla stregua di un’eredità quindi è soggetta ai medesimi tipi di impugnazione. Eredi e soggetti legittimari possono vantare una quota legittima di eredità, si profilano quindi i seguenti casi:
Azione di riduzione: il legittimario può, in via giudiziale, effettuare un’azione di riduzione per ottenere l’intera quota legittima o parte di essa. L’azione si propone contro il donatario alla morte del donante. Se il donatario ha venduto la casa a terzi, il legittimario, in assenza di altri beni da esigere a ristoro, può chiedere ai nuovi proprietari la restituzione del bene.
- L’azione di riduzione cade in prescrizione dopo 10 anni.
- La revoca dell’atto di donazione da parte del donatore, invece, cade in prescrizione dopo un anno dal momento in cui il donante è venuto a conoscenza dell’atto per cui si consente la revocazione.
- La revoca per sopravvivenza dei figli o discendenti cade in prescrizione dopo 5 anni dalla data dell’atto.
- La restituzione richiesta dagli eredi legittimari, invece, cade in prescrizione dopo 20 anni.
Una donazione è davvero una fortuna?
Diciamo si e no. Certamente è una fortuna, ma alla luce di quanto abbiamo detto, ci sono diverse cose di cui tener conto, prima tra tutte il fatto che se si desidera vendere si deve essere consapevoli che sarà difficilissimo farlo. Fatte le dovute considerazioni, quindi, si può decidere se accettare la donazione o meno.